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Finger Reader: leggere con il dito è possibile

Come funziona l’anello digitale per non vedenti

Il Finger Reader. Foto di Stephan Savoia.

Leggere con il dito è possibile grazie al Finger Reader, l’anello digitale che aiuta le presone che non hanno la possibilità di leggere, pur volendo. I ciechi per esempio hanno questo problema! E chi lo avrebbe mai detto?  

Nel 2015, per facilitare la lettura alle persone non vedenti, il MIT e la National University of Singapore hanno realizzato, in un lavoro congiunto, un prodotto digitale capace di “leggere” utilizzando il dito: il Finger Reader. Questo abilita alla lettura le persone con disabilità visive ma anche coloro che soffrono di problemi di apprendimento o chi, semplicemente, non ha ancora imparato!  

Leggere con il dito è semplice, questo wearable device collega un bracciale a un anello con telecamera incorporata, lasciando le mani libere da ingombri. Ma vediamo come funziona e quali sono le tecnologie che lo rendono possibile. 

Come fa il Finger Reader a leggere?

Bastano poche mosse per leggere con il dito: si mette l’anello, si preme il bottone di accensione e si passa il dito su ciò che deve essere letto. A questo punto inizia la magia: la telecamerina posta sull’anello digitale leggerà a voce alta le scritte indicate. 

Ora, potreste domandarvi: “Una persona non vedente come può capire quando finisce la riga?” Qui arriva la parte innovativa: la telecamera elabora lo spazio di lettura, la parola indicata e quelle successive. Arrivati al margine, si accorge che l’utilizzatore sta andando oltre la scritta, vibra leggermente per segnalare che si deve andare a capo. In modo simile, il Finger Reader capirà se si sta saltando una riga o se non si sta proseguendo correttamente. 

Andiamo nel dettaglio: tecnologia e inclusione

Iniziamo con la parte hardware. L’anello inizialmente era composto da quattro motori vibranti ma, dopo una serie di test, sono scesi a due. Questi motori hanno il compito di dare i segnali, ad esempio di fine riga, all’utilizzatore. Si è optato per due, anziché quattro, motori in quanto così le vibrazioni risultano più facili da percepire.

La parte software del Finger Reader è più complicata. Per realizzarlo è stata creata una software stack comprendente:

  • un algoritmo di lettura sequenziale,
  • un driver di controllo hardware,
  • integration layer con Tesseract OCR,
  • una libreria di sintesi vocale TtS, quello che legge, per intenderci.

Leggere con il dito: l’algoritmo di lettura e l’ORC Engine

L’algoritmo di lettura, il vero punto forte, è composto da vari sotto-algoritmi. Quest’ultimi, in primis, hanno lo scopo di rilevare la scena (scritta), il dito (puntatore) e poi di gestire la riga di lettura (assente, presente, finita). 

Algoritmo di lettura sequenziale del testo – Roy Shilkrot & Co, 2015

La telecamera, dopo essersi calibrata, impara a inclinare, regolare le immagini e mettere a fuoco in modo che le scritte siano per lei “leggibili”. A questo punto viene selezionata un’area, prendendo la parte bassa delle lettere come punto di riferimento, applicando regole ad hoc per quelle che vanno sotto la riga (g, j, y, ecc). 

Il passo successivo è capire come andare a capo: calcolando l’altezza delle lettere, la punteggiatura e il senso della frase. L’anello, così, capisce che sotto può esserci una riga e quindi vibra per dire all’utilizzatore di andare a capo!

Ora è il momento dell’ORC engine, che fa la sua comparsa correggendo i movimenti del dito. Quando il lettore ha la certezza che una parola sia giusta, la dice a voce alta. Con la sicurezza che solo il Finger Reader può avere. 

Processo di identificazione delle parole – Tradotto da Roy Shilkrot & Co, 2015

Allora è perfetto! 

Purtroppo no, nonostante la sfilza di premi vinti e la sicura utilità, questo strumento non è ancora in commercio, in quanto non supportato da investitori. 

Leggere-dito-Finger-reader-Mit
Prototipo Finger Reader

Ad oggi, il Finger Reader, è più un punto di partenza per un prodotto digitale ancora migliore e che punti all’inclusività.

Spesso ci si dimentica che rendere un sito o un’App accessibile rappresenta l’abbattimento di una barriera architettonica. Questo perché il mondo stesso che si sta informatizzando e deve rimanere accessibile.

Si può dire quindi che accessibilità, almeno nel mondo informatico, è sinonimo di inclusività.

È quindi compito degli sviluppatori puntare a tecnologie ben progettata e facilmente adattabili in base ai bisogni e alle necessità. Sviluppare un servizio tecnologico accessibile significa non solo andare incontro alle persone con disabilità ma mettere tutti sullo stesso piano, sempre! 

Grazie dell’attenzione, vi aspetto sul blog di Ulixe Group con un nuovo articolo!

Samuele Capano, l’autore di questo articolo, Service Manager (ma nel cuore un Tester QA) lavora in Ulixe dal 2016. Appassionato di tecnologia, film horror e satira trova fantastico quando queste tre cose si mischiano assieme! Avvicinatosi al mondo IT grazie le console a 8bit e alla scrittura grazie alla satira. Nel tempo libero scrive per il gruppo satirico Kotiomkin e ha pubblicato il suo primo libro “Un mondo di cristallo” con la Montag Edizioni. Torna sul nostro blog per leggere i suoi prossimi articoli!

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